PROPOSTE PER LA RIFORMA DEL COMPARTO SICUREZZA

Viene qui riportata la proposta di riforma dell’intero comparto sicurezza, come compare sul sito www.ficiesse.it:

RIORGANIZZAZIONE DEL COMPARTO: RIDURRE GLI SPRECHI, AUMENTARE IL VALORE DEI SERVIZI PER I CITTADINI
I criteri che devono informare il processo di riordino sono a nostro avviso quattro:

– la valorizzazione delle specificità delle funzioni da assegnare ai diversi attori del Comparto,
– il coordinamento funzionale,
– l’eliminazione delle sovrapposizioni
– una modifica degli assetti soprattutto dei livelli gerarchici di coordinamento.

• Il riordino del comparto sicurezza deve essere informato a criteri che prevedano un presidio del territorio più efficiente, un miglioramento dei servizi ai cittadini e dell’accesso ai servizi a partire da apertura completa degli uffici nelle 24 ore ad un numero unico per le emergenze, l’unificazione delle sale operative etc..;
• Occorre eliminare le sovrapposizioni di compiti e competenze soprattutto in relazione al proliferare di duplicazioni, come ad esempio i servizi a cavallo, cinofili, soccorso in montagna, in mare e fluviali;
• Snellire in modo consistente le strutture e i livelli gerarchici di coordinamento (tra l’altro estremamente differenziati tra le singole Forze) soprattutto sui livelli intermedi e di Corpo, ma anche ottimizzare e rendere più efficiente l’impiego degli operatori disponibili soprattutto sui livelli intermedi (provinciali, regionali o interregionali) liberando risorse umane e professionali a favore di un presidio maggiore nel territorio e accessibilità da parte dei cittadini;
• Modificare il sistema di arruolamento e di reclutamento sia superando il blocco del turn over che garantendo accesso ai profili di base delle carriere iniziali direttamente dalla società civile e senza la preventiva immissione nei Corpi militari delle FF.AA, percorso che tra l’altro limita fortemente il personale di genere femminile, superando quindi gli effetti dannosi conseguenti l’applicazione delle leggi n. 218/2004 e n. 226/200. Valorizzare i titoli di studio in relazione alle qualifiche o ruoli per i quali è previsto il reclutamento o l’assunzione.
• Rafforzamento delle dotazioni organiche che sono sottodimensionate (il confronto europeo che viene strumentalmente agitato per supportare ipotesi di tagli o accorpamenti non tiene conto delle differenze organizzative esistenti). In particolare l’esiguità di personale amministrativo di supporto, carica gli operatori di sicurezza di compiti ulteriori;
• Reperire risorse per l’ammodernamento dei mezzi e per la gestione ordinarie dei servizi, ridotte drasticamente in seguito ai tagli lineari che si sono susseguiti negli ultimi cinque anni, sia attraverso le operazioni di razionalizzazione descritte in precedenza, ma anche rivedendo le locazioni privilegiando immobili demaniali o meglio ancora quelli confiscati alla criminalitá; In ogni caso è ineludibile prevedere una iniezione di risorse “fresche” per il mantenimento e miglioramento degli standard qualitativi;
• Valorizzare il lavoro la sua qualità e le diverse peculiarità di settore, attuando una piena contrattualizzazione di primo e secondo livello. I rinnovi contrattuali devono consentire il superamento dell’attuale sistema di avanzamento automatico intra-ruolo, garantendo un’apertura completa delle carriere attraverso valutazione per titoli e meriti, con impiego ancorato al ruolo/grado rivestito e conseguente valorizzazione economica e funzionale, oltre che prevedere un continuo sistema di formazione in servizio.

FORZE DI POLIZIA A CARATTERE GENERALE: POLIZIA DI STATO E ARMA DEI CARABINIERI

Il coordinamento funzionale deve riguardare in modo particolare le forze di polizia a competenza generale, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri, nell’immediato. In prospettiva sarebbero auspicabili soluzioni diverse come la progressiva unificazione. Il coordinamento funzionale deve essere effettuato in primis con la riconduzione della dipendenza in capo ad un unico Ministero, l’Interno, anche per affermare il modello civile e non militare di sicurezza. In secondo luogo occorre razionalizzare i presidi territoriali in relazione alle disomogeneità presenti, sia in termini quantitativi che di presenza nel
territorio, definendo un coordinamento interforze che superi le differenze organizzative e le sovrapposizioni nelle linee di comando. Il coordinamento funzionale deve riguardare anche la condivisione certa e rapida di dati e informazioni comuni, supporto fondamentale per effettuare in modo più efficiente tutte le attività di pubblica sicurezza in termini soprattutto di prevenzione. Occorre liberare le forze di polizia di incombenze amministrative squisitamente burocratiche, come i passaporti ed i permessi di soggiorno.

CORPI DI POLIZIA A CARATTERE SPECIALE: CORPO FORESTALE DELLO STATO (soppresso), POLIZIA PENITENZIARIA e GUARDIA DI FINANZA

Il Corpo forestale dello Stato (soppresso, ma ancora esistente alla data della proposta) deve finalizzare la propria azione alla difesa del patrimonio agro forestale, alla tutela dell’ambiente, del patrimonio faunistico, del paesaggio e dell’ecosistema, e vigilare sul rispetto della normativa nazionale e internazionale concernente le risorse agro ambientali, forestali, paesaggistiche e naturali e alla relativa attività di prevenzione e repressione dei reati connessi, compresi quelli relativi alla sofisticazione e alle frodi alimentari. Fatte salve le caratteristiche peculiari proprie del Corpo Forestale dello Stato che non possono essere delegate ad altri Corpi, una duplicazione funzionale che si potrebbe immaginare di sopprimere è il Servizio nautico del
C.F.S. che attualmente opera solo nelle acque marine e che potrebbe essere surrogato dal personale e dalle risorse della Guardia di Finanza.
Mantenere la diretta dipendenza politica dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è essenziale proprio perché il Corpo svolge compiti che sono diretta espressione degli indirizzi rivolti dal suddetto ministero alla tutela del patrimonio agro alimentare e forestale.

La Polizia penitenziaria deve concentrare la propria peculiare azione negli istituti e servizi penitenziari, esattamente come previsto dalla normativa vigente italiana ed europea, orientando e implementando il proprio impegno sempre più verso l’esecuzione penale esterna, come del resto previsto dalle nuove misure alternative alla detenzione recentemente introdotte per legge nell’ordinamento penitenziario e le modifiche apportate all’organizzazione del Ministero della Giustizia. In tale contesto, è evidente che la dipendenza degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria, anche tenendo in considerazione la precipua direttiva U.E., non può che essere direttamente esercitata dal Ministro della Giustizia e dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che opera alle sue dipendenze.

Per quanto riguarda la Guardia di Finanza, invece, deve essere riformata in un corpo di polizia ad ordinamento civile con esclusivi compiti di polizia economico-finanziaria, con l’obiettivo di tutelare gli interessi economici dello Stato e dell’Unione Europea contrastando la criminalità economica, sgravando il Corpo da quei compiti che l’Ordinamento assegna in via principale ad altri attori, come l’ordine pubblico ad esempio, e focalizzando così la propria competenza esclusiva sull’investigazione economica finanziaria, tutela entrate e spesa pubblica, criminalità organizzata.